lunedì 25 gennaio 2021

Seminario "Con gli occhi di un altro- Fotografia e storie personali"

 Ciao a tutti e bentornati nel mio blog!

Oggi vi parlerò di un incontro molto interessante che ho svolto il 23 Gennaio 2021 insieme alla mia classe. Grazie ai seminari organizzati dallo IUSVE trasmessi da Mestre. Partiamo! Prima di tutto bisogna dire che non siamo partiti subito col seminario vero e proprio ma abbiamo seguito una piccola diretta avviata sulla piattaforma YouTube. Qui ci hanno spiegato in maniera precisa e rapida che lo IUSVE ha lavorato con Emergency, ISMU e la casa editrice Tunuè, per quanto riguarda l'immigrazione, la multiculturalità e la convivenza, ma di questo ne parleremo dopo! Gli insegnanti mi hanno iscritto proprio per darmi la possibilità di partecipare ad un'attività di Educazione Civica ed io, tra i vari workshop disponibili, ho scelto quello sulla fotografia, sia per il mio grande interesse riguardo la quest'ultima, sia per capire come raccontare storie in modo efficace.

Nella sessione svolta su YouTube, sostenuta da Laura Silvia Battaglia, una giornalista documentarista che lavora in Oriente, viene subito fatto capire quanto sia grande il desiderio di ripudiare la guerra.
Dopo quest'ultima ha preso parola la presidente di Emergency, Rossella Miccio. Ma che cos'è Emergency? Da quasi 20 anni offre cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Inoltre promuove un cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. L'ultima persona che ha parlato nella sessione su YouTube è Emanuele di Giorgi che lavora per la casa editrice Tunuè. Il suo ultimo progetto "I colori di una nuova vita" ha permesso a coloro che tentavano il viaggio verso un altro paese di raccontare i momenti più importanti. Da queste poi si è creato un libro.

Una volta finita la sessione su YouTube siamo passati su Zoom dove abbiamo avuto la possibilità di ascoltare Simone Cerio, anch'egli come Battaglia, un fotografo documentarista, specializzato però nel Visual Journalism, che nel giro degli ultimi anni ha vinto svariati premi. Quello che caratterizza i suoi lavori è il il tema dell'identità dei cambiamenti sociali e l'uso di uno storytelling estremamente intimo. Lo si conosce sopratutto per lavori importanti quali "Religo", una ricerca sulla comunità LGBT credenti e il lavoro sull'assistenza sessuale per disabili chiamato "Love Givers" e un lavoro svolto con Emergency chiamato "When the others go away" dove egli ha confessato di aver vissuto una esperienza davvero particolare nell'ospedale di vittime di guerra di Kabul.

Una volta che Simone ha smesso di parlare ha fatto un'intervento un ragazzo di colore di nome Mamadou, per la precisione Mamadou Kouassi, che oramai vive in Italia da 12 anni. Egli ci ha raccontato come è stato il suo viaggio, per scappare da un paese di guerra.                                        Ha raccontato come ci abbia impiegato 3 anni per venire nel nostro paese, passando per la Libia che è un paese molto razzista. Una volta arrivato qui ha svolto molti lavori per cercare di sopravvivere e poi ha raccontato che è diventato una sorta di attivista.La frase che più mi è rimasta in testa è quella nella quale ha spiegato che un italiano qualsiasi se volesse andare in Senegal, ci metterebbe un giorno, lui per fare il contrario ci ha messo 3 anni!

Questi sono i siti che ho consultato per scrivere questo post:

http://www.simonecerio.com/about-me/

https://www.emergency.it

https://iusve.it

https://fun.tunue.com/index.php/i-colori-di-una-nuova-vita/

Reputo questo evento una cosa molto interessante, sopratutto per quello che Simone ha cercato di raccontarci, ossia che nella fotografia, usare delle tecniche corrette, non sempre è fondamentale, quello che invece lo è, è il modo in cui si raccontano. Mi ha fatto piacere anche l'intervento di Mamadou che mi ha fatto aprire gli occhi su quanto sia difficile vivere in condizioni come quelle che ha vissuto lui.

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